Nell’ultimo periodo in Italia si è visto un aumento delle infezioni causate dal virus West Nile, che purtroppo ha provocato diversi decessi. Secondo il bollettino del 24 luglio 2025, divulgato dall’Istituto Superiore di Sanità, sono confermati 32 casi di infezione nell’uomo in Italia dall’inizio dell’anno.
Il virus, appartenente alla famiglia Flaviviridae, viene trasmesso perlopiù tramite zanzare comuni del genere Culex. Dopo essere stato iniettato durante la puntura, il virus entra nel sangue e viene catturato dalle cellule del sistema immunitario. Se il sistema immunitario è efficiente riesce a bloccarlo, altrimenti il patogeno può replicarsi e diffondersi. In rari casi il virus può attraversare la barriera emato-encefalica arrivando a infettare neuroni, meningi e midollo spinale.
Sintomi e incubazione dell’infezione West Nile
Secondo quanto riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, il periodo di incubazione del virus West Nile dura da 2 a 14 giorni dopo la puntura della zanzara.
La maggior parte delle persone non presenta alcun sintomo e non si accorge nemmeno dell’infezione. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri simili a una normale influenza, come mal di testa, febbre, nausea, vomito, sfoghi cutanei e linfonodi ingrossati. Solitamente questi sintomi durano pochi giorni e in rari casi qualche settimana.
In rari casi, i sintomi più gravi includono febbre alta, mal di testa forte, disorientamento , debolezza muscolare, torpore, tremori, disturbi alla vista, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Questi si presentano in meno dell’1% delle persone infette, e colpiscono perlopiù individui con difese immunitarie basse e condizioni croniche. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti e, nei casi più gravi, (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.
Come prevenire l’infezione
Al momento non esiste un vaccino per la febbre West Nile sugli uomini. Dunque, la principale forma di prevenzione è evitare le punture di zanzare infette. È bene precisare che non può esserci contagio da persona a persona, se non in casi estremamente rari come trapianti o trasfusioni.
Le principali raccomandazioni dell’ISS riguardano l’utilizzo di repellenti antizanzare, zanzariere alle finestre e abbigliamento coprente quando si è all’aperto. Inoltre, sono da evitare i ristagni d’acqua, che possono dare vita a colonie di zanzare. Vanno quindi svuotati frequentemente tutti i contenitori di acqua e tenuti in posizione verticale quando non usati.
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Trattamento della febbre West Nile
Non c’è un trattamento specifico per la febbre West Nile. I sintomi lievi scompaiono da soli dopo qualche giorno o settimana. Su indicazione del medico, si può ricorrere ad antinfiammatori o antipiretici per combattere dolori e febbre.
Invece, in caso di sintomi gravi è necessario il ricovero ospedaliero per ricevere cure avanzate come la somministrazione di fluidi intravenosi e la respirazione assistita.